Convenzionalmente il 1958 è considerato l’anno in cui è stato inventato il primo videogame della storia. Si tratta di Tennis for Two e successivamente arriveranno altri titoli come Spacewar! e Pong, fino alle prime console con controller e joypad prodotte da Atari. Di fatto non è stata Atari a inventare davvero i primi videogiochi, ma se si pensa alla storia dei videogames è naturale citare Nolan Bushnell e l’azienda da lui fondata negli anni Settanta. Gli anni Settanta, così come i primi Ottanta, sono stati gli anni del boom per il settore videoludico, prima di tutto per quanto venne realizzato negli Stati Uniti e in particolare in California nella Silicon Valley.
Lo step successivo arrivo durante gli anni Ottanta per merito di Nintendo e di altre aziende giapponesi specializzate in giochi da tavolo e giocattoli e subito convertite in fabbriche di videogames con un successo di tipo planetario. Tuttavia se dobbiamo pensare a un motivo per cui i videogames oggi sono considerati un grande business e uno degli svaghi più diffusi tra i giovani e i meno giovani, è necessario introdurre il concetto di narrazione. Lo storytelling di un gioco di successo oggi è parte integrante del prodotto finale, al pari della grafica, del comporto audio e della colonna sonora. In pratica il medium è diventato qualcosa di altro, rispetto alle origini, dato che nei primi tentativi, che ebbero grande successo e un risalto mondiale, di narrativo c’era poco o niente. Anche la grafica era qualcosa di molto semplice, stesso discorso che si potrebbe estendere alle musiche, ai suoni e a tutto ciò che oggi viene definito appunto la colonna sonora di un gioco.
Proprio per questo motivo oggi si può parlare di narratologia applica al mondo del gaming. Il termine viene associato al critico Gerard Genette, esponente di punta dello strutturalismo, a fianco a personalità quali Claude Levi-Strauss e Roland Barthes. Gerard Genette dopo essere stato nominato professore di letteratura francese presso la Sorbona di Parigi, divenne anche visiting professor alla New York University. Nell’arco della propria carriera diventerà uno dei massimi esponenti di quella branca della teoria della letteratura che prende il nome appunto di narratologia.
“Se Balzac scrivesse un romanzo ambientato oggi, non potrebbe mancare di includervi Minecraft o Call of Duty”. Parafrasando Roland Barthes, e la sua opera Il brusio della lingua, pubblicato nel 1984, andiamo a spiegare cos’è la narratologia. Facendo un passo indietro, nel 1972 Gerard Genette pubblicava il Discours du récit, dove vengono definiti numerosi aspetti della narratologia. Si parla qui di definizione di racconto, di racconto come enunciato narrativo e di racconto come contenuto di avvenimenti dell’enunciato narrativo.
Il racconto come contenuto di avvenimenti
Vediamo perciò come il racconto indica la successione di eventi, reali o fittizi, che fanno l’oggetto del discorso narrativo e le diverse relazioni di concatenamento, opposizione, ripetizione, e via dicendo. Secondo tale spiegazione, l’analisi della storia narrata è «lo studio di un insieme di azioni e di situazioni considerate in sé stesse, fattane astrazione del loro canale mediatico e linguistico, che ce ne dà conoscenza e dimensione.
I contenuti audiovisivi per come li conosciamo oggi
Nel mondo analizzato e trattato da un critico come Gerard Genette, il mondo della letteratura e del teatro, aveva ancora una funzione e un ruolo abbastanza centrale, sia a livello culturale che popolare. Un tempo infatti, specialmente in Europa, le persone leggevano di più per svago e per divertimento. Oggi questi passatempi sono stati ampiamente sostituiti o comunque integrati con i contenuti audiovisivi. Parliamo quindi del concetto di home video, di fruizione di film e serie tv, di programmi tv e di videogiochi appunto. I videogames, rispetto agli anni Settanta e Ottanta, oggi hanno una solida base contenutistica, visto che ci sono molti passaggi dedicati appunto allo storytelling, alla narrazione della trama e dei personaggi principali. Il gioco pur essendo diventato maggiormente interattivo, ha guadagnato una complessità narrativa impensabile fino a 25 anni fa. Senza considerare la varietà e la ricchezza oggi disponibile a tema giochi, con gli eSports, il comporto del gaming, fino ad arrivare alle attrattive dei casinò digitali come Book of Dead per quanto concerne il segmento delle slot online.
Gli aspetti fondamentali del libro narrativo secondo Genette
Secondo Genette uno degli aspetti fondamentali di un libro di narrativo è legato al racconto e ai suoi tempi. L’analisi della storia e della narrazione non possono derivare che dall’analisi del racconto. Tra le maggiori problematiche affrontate in questo tipo di analisi assume quindi un ruolo centrale nello studio del racconto la questione temporale. Oltre alla questione temporale è importante il modo e la voce che il racconto assumerà. Le questioni di tempo riguardano infatti tutte le relazioni temporali tra la storia e il racconto. Parliamo quindi di un prima e un dopo, così come nei casi in cui un numero considerevole di anni della vita del protagonista sono riassunti in una singola frase. Ecco perché oggi le teorie di Genette possono essere facilmente accostate all’analisi di giochi complessi o di serie tv di culto come Stranger Things, Dark o Breaking Bad.