Alcuni clienti stanno iniziando a ricevere i primi rimborsi per Stadia, tuttavia, ci sarebbero alcuni problemi relativi a credito e Play Point.
Una delle certezze scaturite dalla chiusura di Stadia è che Google avrebbe rimborsato completamente i propri utenti per gli acquisti digitali sulla propria piattaforma di game streaming. Quanto promesso starebbe realmente avvenendo, ma non senza alcuni strani problemi.
Gli utenti che hanno già ricevuto il rimborso avrebbero evidenziato enormi crediti sul Google Play Store e saldi di Play Points negativi. Questo è successo a chi ha acquistato contenuti Stadia, utilizzando proprio il credito del Play Store, ottenuto tramite riscatto dei Play Point.
I rimborsi Stadia sono più complicati del previsto
Quanto avvenuto sarebbe pienamente in accordo con quanto riferito dal colosso di Mountain View e cioè che i rimborsi sarebbero dovuti avvenire sul metodo di pagamento utilizzato. Sfortunatamente, sembra che alcuni clienti abbiano spesso applicato carte regalo e utilizzato quel credito per finanziare i propri acquisti.
L’ipotesi attuale è che qualsiasi transazione relativa a Stadia suddivisa tra credito Play Store e un’altra forma di pagamento (Banca, carta di credito, ecc) seguirà la stessa suddivisione al momento del rimborso. Questo significa che qualsiasi credito del Play Store utilizzato verrà restituito come credito, mentre il resto tornerà al metodo di pagamento originario.
Un altro fattore di complicazione è quello di Google Opinion Rewards, che offre credito Play Store che scade un anno dopo il completamente di ogni sondaggio. I clienti Stadia stanno ricevendo credito con data di scadenza originaria ancora in vigore, il che significa che potenzialmente qualsiasi credito speso oltre un anno fa, non sarà rimborsato.
Una potenziale soluzione al problema, suggerita da alcuni membri della community, è semplicemente eliminare completamente l’account prima che il rimborso possa essere elaborato. In teoria, poiché la forma di pagamento originario non sarebbe più presente, Google sarebbe costretta a risarcire in altro modo l’utente.