Il jailbreak non coinvolge solamente iPhone, ma anche tutti i dispositivi dotati di firmware, compresa la nuova PlayStation 5.
La maggior parte dei dispositivi che eseguono firmware hanno la capacità di poter essere hackerati in modo che l’utente finale possa eseguire mod non inizialmente previste dal produttore. I fan di Sony hanno scoperto di questa possibilità dopo l’apparente comparsa di un jailbreak per PlayStation 5.
Un tweet condiviso lunedì da Lance McDonald, che ha già raggiunto oltre 2.1 milioni di visualizzazioni, sembra mostrare il jailbreak di PlayStation 5 basato su un exploit del kernel chiamato Cryptogenic e grazie ad una vulnerabilità Webkit presente nella versione 4.03 della console di Sony.
PlayStation 5 si può hackerare ma solo con questa versione di firmware
L’exploit del karnel Cryptogenic menzionato sopra è un open source di GitHub ed è stato originariamente condiviso dall’utente SpecterDev nella giornata di domenica. La pagina offre uno sguardo a molte informazioni su Cryptogenic e sul lavoro necessario per renderlo possibile.
In un post sul blog, apprendiamo che l’exploit Cryptogenic potrebbe supportare firmware più vecchi con un piccolo ritocco, tuttavia, non supporta firmware più recenti del 4.03 poiché il Webkit è stato patchato da Sony. Altri avvertimenti includono l’instabilità e una percentuale di successo pari al 30%, il che significa che potrebbe richiedere diversi tentativi prima di avere successo.
Come sembrerebbe, l’exploit di Cryptogenic garantisce lettura/scrittura nella memoria del kernel e sblocca l’accesso al menu impostazioni di debug di PlayStation 5. Tuttavia, non consente l’esecuzione di codice, quindi gli utenti non possono caricare o eseguire codici binari o applicare patch di alcun tipo.
Questo si traduce che le mod, dette anche modifiche al jailbreak, non possono essere utilizzate su PlayStation 5, almeno non con questa tipologia di hackeraggio. Vale comunque la pena notare che la versione 4.03 del firmware della console di Sony ha giù un anno di vita e la maggior parte degli utenti avrà probabilmente già eseguito l’ultimo aggiornamento disponibile.