Scopriamo insieme le novità dell’ultima fatica Capcom, tra orrore azione a tanto divertimento. Ecco la nostra Recensione Resident Evil Village.
Eccoci dunque arrivati alla recensione di Resident Evil Village. Premetto, sono un fan della saga di Resident Evil, ho giocato a tutti i capitoli principali più gli spin-off e devo ammetterlo, difficilmente capcom sbaglia. La qualità delle produzioni capcom è sempre stata alta, con punte di eccellenza con il capitolo 4 o il primo, nel complesso cmq tutti di ottimi fattura. Riuscirà l’ottavo capitolo a stabilire un nuovo punto di paragone? scopriamolo assieme.
Recensione Resident Evil Village
Storia
La storia di Village prende il via alcuni anni dopo le vicende narrate nel settimo episodio. Riuscita a salvare Mia dalla terribile famigli becker, il giovane Ethan si sposa ed ha una figlia, Rose. La loro vita però è destinata a non avere pace, Rose viene rapita e da qui ha inizio una nuova avventura per salvare la figlia scomparsa. Arrivato ad un villaggio scoprirà suo malgrado che un orrore antico echeggia sulla popolazione, ben presto Ethan scoprirà che la sua missione non sarà per nulla facile. Facciamo subito conoscenza con i primi vilain del gioco ovvero i lycans. Licantropi che non esiteranno a cercare di farci a pezzi in più di un occasione. I classici zombie, un classico di ogni produzione della serie, lasciano il passo a dei nuovi nemici sempre più pericolosi. Il gioco ben presto ci butta nell’orrore che ci aspetta e lo fa fin da subito presentandoci i principali 4 boss ( signori del villagio) nonché Madre Miranda, l’artefice di tutto. La storia si snoda verso un binario stabile per poi esplodere sul finale. I colpi di scena non mancheranno, ma per via di diversi rimandi al precedente capitolo consigliamo di vedere il filmato iniziale sul riassunto della storia.
Grafica
La grafica di Resident Evil Village è curata sotto ogni aspetto e alterna lussureggianti interni come quelli del castello di una delle prime boss fight, ad ambienti desolati ma non privi di atmosfera. Una delle novità che colpisce di questo Village è propio la varietà di ambientazioni. Se nel capito precedente a farla da padrone erano gli ambienti bui e claustrofobici della villa Becker, qua si spazia dal castello della vampira Lady Dimitrescu, passando per acque paludose, antiche rovine e case infestate. Il re engine, il motore grafico capcom inaugurato con il settimo episodio, svolge un lavoro eccellente. Non vi è nessun rallentamento neanche nella versione per console old gen, ogni effetto di luce è curato, tutto in Resident Evil Village è stato realizzato e ottimizzato in maniera impeccabile.
Gameplay
Capcom utilizza il collaudato re engine, già visto nel precedente episodio. Abbandonata la visuale in terza persona, la visuale in prima persona svolge bene il proprio compito. Abbiamo un arsenale di armi, munizioni e quant’altro ed è possibile crearne di nuove dal menu, a patto di possedere gli oggetti necessari. Questo aspetto del gameplay vi spingerà a cercare negli angoli più lontani e remoti aggiungendo al titolo una buona dose di crafting. Oltre al crafting è possibile acquistare armi munizioni e addirittura potenziarle da un personaggio detto ”il Duca”, un prezioso aiuto che viene sempre in nostro soccorso per tutta l’avventura. Uccidere nemici infatti vi darà dei premi rivendibili presso il Duca per accumulare soldi. Ogni arma è ben realizzata e anche il feedback aptico del Dual Sense di PS5, capaci di restituire sempre un ottimo feedback. Data l’impronta decisamente molto più action del titolo questo aspetto non poteva essere meno curato degli altri.
Considerazioni
Questa ultima fatica capcom non delude affatto le aspettative del titolo. Ci troviamo fra le mani un titolo di tutto rispetto, curato e realizzato con estrema bravura. Si vede che Capcom ha lavorato tanto e gli sforzi sono stati premiati. L’aspetto che più ho apprezzato in questo capitolo è l’estrema varietà delle ambientazioni. Ogni boss è accompagnato dalla propria ambientazione, questo non fa altro che spezzare il ritmo del gioco, dando al giocatore quella voglia di continuare anche solo per curiosità, per vedere quale aberrante orrore dovremo affrontare.
Non mancano nel gioco momenti di vero terrore. I momenti action si alterneranno con quelli più classici del vero gioco horror, dando al titolo quella varietà di situazioni che personalmente ho molto apprezzato. I boss sono molto curati, sia per quanto riguarda la realizzazione, sia per quanto riguarda la caratterizzazione, le situazioni in cui dovrete affrontarli saranno piacevolmente ricche e diverse fra loro.
In conclusione un ottimo titolo che sfoggia un impianto grafico e audio eccellente. La longevita è anch’essa buona. Personalmente ho molto apprezzato lo sforzo di Capcom nel regalare un’ esperienza diversa dai precedenti titoli, sia in quanto a struttura con il villaggio al centro e le macroaree da affrontare via via proseguendo nell’avventura, sia nel rinnovare i nemici, scelta difficile per un team da sempre impegnato nel proporre i classici nemici che hanno fatto la fortuna della serie.
Un gioco privo di difetti? non proprio. Sebbene Capcom abbia sfornato un titolo che non ha nulla da invidiare agli altri episodi, si avverte però nel complesso una eccessiva facilità degli enigmi, decisamente al di sotto dei precedenti capitoli, in questo Capcom poteva dare qualcosa in più. Sebbene le ambientazioni sono curate e variegate, alcune risultano meno ispirate di altre, ad esempio la fortezza dei lycans.
Se da una parte l’inserimento di nemici non canonici della serie come licantropi e vampiri possa aver fatto storcere il naso ai puristi del titolo, si è rivelata secondo me una scelta azzeccata. Sia i puristi della serie che i nuovi giocatori troveranno un titolo nuovo, diverso per certi versi, ma profondamente ancorato alla saga. I nuovi vilain non snaturano la formula collaudata, ma anzi aggiungono quel pizzico di novità che fa bene alla serie, pur rimanendo legata alla tradizione.
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