Slack Technologies, l’azienda che sviluppa il software che permette una miglior collaborazione tra colleghi, ha fatto reclamo nei confronti di Microsoft. Il comportamento contestato è quello di abuso della posizione dominante da parte dell’azienda di Redmont.
L’accusa sta nel fatto che Microsoft ha integrato il suo software, Teams, all’interno del pacchetto Office rendendo “inutile” l’installazione di app di terze parti. Nasce così, secondo Slack, una concorrenza sleale e un’impossibilità di fronteggiarsi ad armi pari.
Tutto ciò avviene in un periodo in cui, causa pandemia, tutti i software di videoconferenze e di collaborazione aziendale, sono stati usati e a volte abusati. Google Meet, Zoom, Slack, Teams sono stati infatti usati e scaricati da sempre più persone aiutando così lo sviluppo e l’uso dello Smart working. Basti pensare che Teams ha dichiarato di aver raggiunto ad aprile i 75 milioni di utenti, molto più del doppio rispetto ai primi di marzo; Slack, dal canto suo, ha invece dichiarato di aver raggiunto ricavi di 202 milioni di dollari, il 50% in più rispetto al 2019.
Come da regolamento UE non si conoscono i dettagli del reclamo, ma il legale di Slack, David Schellhase, ha affermato che la richiesta consiste nella “rimozione di Teams da Office”. Microsoft conosce bene le leggi antitrust europee e si dichiara pronta a fornire tutto ciò di cui la Commissione Europea ha bisogno per le indagini.
Alcuni di voi si ricorderanno del precedente molto simile a questo e in cui era protagonista ancora una volta Microsoft. Era il periodo di sviluppo del World Wide Web e delle applicazioni per “navigarlo”, i browser. Microsoft, preoccupata dal browser Netscape, incluse di default nel suo sistema operativo Windows Internet Explorer imponendolo agli utenti.
La vicenda arrivò in tribunale dove venne deciso che l’azienda doveva scirsi in due: una società doveva sviluppare Windows, un’altra si sarebbe occupata dei software di Office e di Internet Explorer. Microsoft fece ovviamente ricorso e nel 2001 si accordó con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: l’azienda rimase unità ma fu obbligata a rendere disponibile i dati per permettere di produrre software alle aziende esterne.
Forte di questo precedente, Slack si è permessa di fare reclamo nella speranza di riequilibrare il mercato e di fare tornare il proprio software uno dei preferiti dall’utenza aziendale.
Servirà di certo molto tempo per permettere alla Commissione Europea di decidere le sorti di questo scontro che si prospetta uno dei più “agguerriti” dell’ultino periodo.