L’esposto è stato fatto da A.E.C.I (Associazione Euoropea Consumatori Indipendenti). Secondo l’associazione, Iliad avrebbe violato una serie di norme sulla privacy vigenti in Italia.

L’azienda telefonica francese Iliad ha fatto il suo ingresso sul suolo italiano da nemmeno un mese e già iniziano i primi grattacapi per la compagnia. Secondo quanto scritto nella lettera ufficiale del Presidente di A.E.C.I Ivan Marinelli, infatti, Iliad avrebbe non solo violato alcune regole sulla privacy, ma avrebbe anche abusato di pratiche commerciali scorrette.

Mancata trasparenza sull’offerta commerciale:

Contratto Iliad

Il primo dettaglio riguarda proprio uno dei punti di forza dell’azienda. Alla presentazione dell’azienda telefonica infatti, quest’ultima aveva promesso ai propri utenti un’offerta che non avrebbe subito alcuna rimodulazione nel corso del tempo. Ma leggendo il contratto questa cosa non risulta essere vera.

Andando all’articolo 9 del contratto, infatti, salta subito all’occhio quanto segue:

“L’azienda si riserva di aumentare il costo della propria tariffa per i seguenti motivi:

  • sopravvenute esigenze tecniche economiche  o organizzative;
  • esigenza di assicurare il corretto ed efficiente utilizzo del Servizio della SIM;
  • mutamenti nel quadro normativo e regolatorio di riferimento che incidano sull’equilibrio economico.”

Nonostante la compagnia spiega che potrebbero esserci rimodulazioni (cosa che, già in partenza, non dovrebbe avvenire) Iliad non spiegherebbe  quali siano gli “strumenti per comprendere quale offerta rientri nelle offerte non modificabili”. Secondo l’associazione dei consumatori questa mossa si tratterebbe di un approccio arbitrario e non trasparente che violerebbe l’articolo 33 del Codice del Consumo.

Pagamento preimpostato per ricariche:

Continuando a leggere il contenuto dell’esposto, la A.E.C.I evidenzia come, nei pagamenti per la ricarica, Iliad mostra  in modo chiaro solo il pagamento tramite carta di credito. Tutti gli altri metodi sono esposti con caratteri piccoli e non evidenti, ledendo così l’articolo 65 del d.lgs 206/2005.

Attivazione, firma e riconoscimento video

Iliad

La associazione dei consumatori ha inoltre notato che la firma digitale della compagnia telefonica altro non è che “un token ricevuto a mezzo SMS”, non soddisfacendo i tre principi fondamentali per la firma digitale (autenticità, integrità e non ripudio).

Come ha risposto Iliad alle accuse?

Ecco di seguito la replica della compagnia francese:

Riceviamo con sorpresa la notizia di un esposto nei confronti della nostra azienda, quando sono chiari a tutti gli effetti positivi che il nostro ingresso sul mercato delle telecomunicazioni può generare per i consumatori. Abbiamo fatto della semplicità e della trasparenza il nostro principio identitario e saremo ben contenti di chiarire ogni dubbio anche rispetto ai minimi dettagli contrattuali che ci vengono puntualizzati in queste ultime ore, così come saremo felici di dimostrare agli utenti che la nostra offerta è e sarà tale per sempre per chi la sottoscriverà.

E voi cosa ne pensate? Iliad è stata poco chiara in alcuni punti o le altre compagnie stanno facendo di tutto per affondarla?