Sembrerebbe che Intel abbia venduto parte delle azioni dell’azienda prima di annunciare le vulnerabilità dei processori

Nei giorni passati, sono state scoperte alcuni bug nei processori Intel. In base alle informazioni trapelate, la causa sarebbe un difetto di progettazione, il quale porterebbe alcune vulnerabilità. A causa di ciò, la società sarà probabilmente costretta a riprogettare il kernel, il cuore dei sistemi operativi. Questa volta la vulnerabilità non ha distinzioni di utenza. Perciò, sia gli utenti Microsoft, sia quelli Unix (Linux e MaxOs) sono vulnerabili.

Nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli riguardo l’accaduto. In particolare, secondo alcune fonti la società era a conoscenza di questi problemi nei processori Intel, già da giugno a Google, mentre la notizia è stata pubblicata solo qualche giorno fa. Questa poteva essere un’ottima scelta strategica, ai fini di non allarmare gli utenti. Tuttavia, il 29 novembre, il Ceo Brian Krzanich, avrebbe venduto azioni per ben 24 milioni di dollari. Come se non bastasse le azioni rimaste sono 250.000, cioè la quantità minima da possedere.

A sua discolpa, l’azienda afferma che la vendita delle azioni e le vulnerabilità dei processori Intel, non sono correlate tra loro in quanto, la vendita era programmata.

Tutti questi avvenimenti, non fanno altro che mettere in cattiva luce la società sia verso i consumatori, sia verso la SEC (Securiteis and Exhange Commission), la quale avvierà con molta probabilità, un’indagine anche per questo nuovo caso.