La ricerca guidata dalla Berkeley Lab ha permesso di creare il transistor più piccolo della storia della lunghezza di 1 solo nanometro.
Per oltre un decennio, gli ingegneri hanno tenuto d’occhio la possibilità di ridurre le dimensioni dei componenti nei circuiti integrati. Le leggi della fisica imponevano una soglia di 5 nanometri dei transistor, circa un quarto della superficie del fascia alta dei transistori presenti ora sul mercato che è di 20 nanometri.
Si sa le leggi sono fatte per essere infrante o quanto meno messe in discussione. Ed è proprio quello che ha fatto il Berkeley Lab con la creazione di un transistor della grandezza di 1 nanometro.
Il gruppo di ricerca guidato dallo scienziato Ali Javey ha dimostrato che la scelta di materiali adeguati ha permesso il raggiungimento di tale risultato. La chiave era quella di utilizzare nanotubi di carbonio e disolfuro di molibdeno (MoS2), un lubrificante del motore comunemente venduti nei negozi di ricambi auto. MoS2 è parte di una famiglia di materiali con un immenso potenziale per applicazioni in LED, laser, transistor su scala nanometrica, celle solari, e altro ancora.
I risultati sono stati pubblicati oggi sulla rivista Science. Lo sviluppo potrebbe essere la chiave per mantenere la previsione del co-fondatore di Intel Gordon Moore, che la densità di transistor nei circuiti integrati sarebbe raddoppiata ogni due anni, permettendo al miglioramento delle prestazioni dei nostri computer portatili, telefoni cellulari, televisori e altri dispositivi elettronici. Grazie all’utilizzo del MoS2, con elettroni più pesanti, il flusso può essere controllato con lunghezze ancora piu piccole.