Una squadra di ricercatori dell’Università del Michigan ha scoperto un modo per replicare il 3D touch via software, quindi facendo a meno della parte hardware attualmente molto costosa.
Come il 3D touch che Apple utilizza via hardware anche alcuni ricercatori dell’università del Michigan hanno messo a punto la loro versione di 3D touch che però non ha bisogno di hardware dedicato ma basta integrare qualche riga di codice nell’OS del telefono. Ebbene si forse ci ritroveremo con un 3D touch “economico” anche nei telefono entry-level. Questa tecnologia non è ancora matura ma verrà presentata lo stesso al MobiSys 2016 che si terrà a Singapore. Ma come funziona? Questa soluzione chiamata ForcePhone, si avvale delle frequenze sonore per capire il grado di pressione che viene esercitato sullo schermo del telefono sfruttando due componenti che sul telefono sono sempre stati presenti sin dal primissimo modello: il microfono e l’altoparlante. L’altoparlante emetterà un suono alla alla frequenza di 18 KHz, impossibile da essere percepito dall’orecchio umano, ma non dal microfono. Poggiando un dito sullo schermo provocheremo una variazione delle onde sonore e premendo ancora di più questa variazione sarà ancora più accentuata. Attraverso alcuni algoritmi elaborando queste variazioni riusciranno ad eseguire le stesse gestures del 3D touch hardware. Bhe c’è da dire che questa è un’idea geniale che permette l’uso di questa tecnologia anche su telefoni di fascia bassa. E voi che ne pensate?