Un recente brevetto depositato da Apple qualche giorno fa, sembra riaccendere le speranze, un sistema innovativo e senza compromessi di sorta. Il nome del brevetto è Liquid expulsion from an orifice, un sistema capace di espellere il liquido dall’interno, attraverso le cavità dell’altoparlante e del microfono. Nel dettaglio, l’iPhone riconoscerà la presenza di acqua al suo interno e attiverà una serie di cariche elettriche ed acustiche in modo tale da espellere immediatamente qualsiasi tipo di liquidi al suo interno. Tutto questo sarà possibile grazie a speciali sensori che una volta rilevata la presenza del liquido attraverso dei sistemi conduttivi idrorepellenti disposti nelle cavità acustiche e del microfono, faranno fuoriuscire il liquido prima che questo raggiunga le parti elettroniche. La speranza è che questo nuovo sistema venga implementato al più presto, magari nei prossimi iPhone e che dia la giusta spinta all’intero mercato, d’altronde se c’è un’azienda capace di scuotere il mercato è proprio Apple, che grazie alle sue innovazioni è da sempre un punto di riferimento per tutto il settore informatico.
L’acqua è da sempre il nemico numero uno di qualsiasi apparato elettronico e fino a qualche anno fa non esistevano rimedi efficaci, oggi il progresso tecnologico in tal senso ha fatto passi da giganti e le nuove soluzioni “waterproof” diventano sempre più hitech e efficienti.
Sony, con i suoi Xperia è stata una tra le prime aziende a realizzare degli smartphone resistenti all’acqua. Nel 2014 Samsung segue a ruota Sony e realizza il suo nuovo top di gamma, il Galaxy S5 con certificazione IPS67, resistenza totale a polvere e acqua, capace di funzionare fino a un metro d’immersione per più di 30 minuti. Tutto lasciava presagire che l’intera industria stesse puntando a dispositivi sempre più waterproof e resistenti, un vantaggio non da poco se si considera che l’infiltrazione di liquidi all’interno di dispositivi elettronici è da sempre la seconda causa principale di rottura di uno smartphone, superata solo dai danni dovuti a urti gravi. Le aziende, purtroppo, negli anni successivi non sono riusciti a trovare il giusto compromesso tra design, funzionalità e impermeabilità, considerando quest’ultima la meno importante, sacrificandola in favore di funzionalità sempre più avanzate e design sempre più sottili e ricercati. Un chiaro esempio di queste scelte è proprio il modello successivo del top di gamma di casa Samsung, il Galaxy S6, che perde l’impermeabilità e guadagna, nella sua versione EDGE, uno schermo curvo dall’aspetto futuristico ma poco funzionale. I problemi che da sempre affliggono i dispositivi waterproof sono sempre stati legati ai materiali e al design, che per ovvi motivi dovevano mantenere sigillato il device e impedire all’acqua di raggiungere e ossidare i circuiti elettrici. In un’era dove i dispositivi indossabili sono sempre più diffusi la certificazione waterproof è diventata ormai di primaria importanza.